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sabato 14 febbraio 2009

Banche ed accesso al credito

I problemi del credito

La problematica legata al credito a cui molte aziende attingono per la loro gestione finanziaria si fa sempre più critica.
Diversi sono i fattori che hanno portato a tale criticità, sia di tipo tecnico che legate alle condizioni generali in cui versa l’economia, in sintesi:
- La crisi economica che ormai imperversa da diversi mesi
- La crisi finanziaria in cui quasi tutte le banche sono coinvolte
- La valutazione del merito del credito legata all’introduzione delle regole di Basilea 2
- L’erogazione di credito più legata alle garanzie patrimoniali concesse che non all’idea imprenditoriale

Mentre le prime due cause sono dovute a fattori congiunturali di varia natura a cui solo i governi possono dare risposte con politiche economiche che incentivino la ripresa di consumi ed investimenti le altre cause sono sia tecniche che prettamente in uso nel nostro paese.

Le regole di Basilea 2 hanno introdotto dei vincoli e parametri a cui le banche devono sottostare e che in pratica dovrebbero portare ad una maggiore selettività nell’erogazione di finanziamenti, allo stesso tempo facendo pagare meno il costo del denaro a chi è più meritevole, ed al contrario penalizzando in termini di maggiori interessi coloro che presentano situazioni economiche meno brillanti.
Molte aziende anche medio piccole, devono quindi fare molta attenzione ai dati di bilancio ed ai conseguenti indici economici, finanziari e patrimoniali e quali assegnano dei “ratios” che altro non sono che delle pagelle attraverso le quali la banca è influenzata per la concessione o meno del credito.

Altra cronica situazione molto italiana e la sottocapitalizzazione di molte nostre imprese che sono nate senza un adeguato capitale iniziale, necessario soprattutto nella fase di start-up alla crescita aziendale.
In molti casi il capitale è cresciuto solo grazie al reinvestimento degli utili aziendali, ed all’apporto lavorativo non remunerato adeguatamente di soci e familiari, fattori che portano in caso di crescita e sviluppo dell’azienda a squilibri finanziari che molto spesso minano le fondamenta dell’impresa.

Inoltre e ognuno di noi almeno una volta ne è stato o vittima o spettatore, le banche italiane guardano soprattutto alle garanzie patrimoniali delle persone a cui viene concesso il credito, molto meno all’idea imprenditoriale o alle aspettative future che l’azienda può creare. Manca in sostanza il capitale di rischio quello che in termini anglosassoni è il “venture capital” e mancano soprattutto banche di investimento che si adattino all’industria italiana che è fatta principalmente di piccole e medie industrie. Le risposte finora arrivate tramite strutture di consorzi fidi o il “mezzanino” che consiste in una forma di finanziamento che si colloca, considerando il profilo rischio/rendimento, in una posizione intermedia tra l’investimento in capitale di rischio e quello in capitale di debito, con una scadenza a medio termine generalmente superiore ai 5 anni, sono ancora insufficienti.

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