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venerdì 27 agosto 2010

TRIBUTI - IVA - RIMBORSO - RIMESSIONE, IN VIA PREGIUDIZIALE, ALLA CORTE DI GIUSTIZIA DELLE COMUNITÀ EUROPEE



La Corte ha rimesso, in via pregiudiziale, alla Corte di Giustizia delle Comunità Europee, le seguenti questioni interpretative:
se i principi di effettività, di non discriminazione e di neutralità fiscale in materia di imposta sul valore aggiunto ostino ad una disciplina o prassi nazionale che ricostruiscono il diritto del cessionario/committente al rimborso dell’i.v.a. pagata a torto come indebito oggettivo di diritto comune, a differenza di quello esercitato dal debitore principale (cedente o prestatore del servizio) con un limite temporale, per il primo, assai più lungo di quello posto al secondo, sì che la domanda del primo, esercitata quando il termine per il secondo è da tempo scaduto, possa dar luogo a condanna al rimborso di quest’ultimo senza che lo stesso possa più chiedere il rimborso all’Amministrazione finanziaria; tutto ciò senza la previsione di alcuno strumento di collegamento, atto a prevenire conflitti o contrasti, tra i procedimenti instaurati o da instaurarsi dinanzi alle diverse giurisdizioni;
se, a prescindere dall’ipotesi precedente, siano compatibili con i già riferiti principi, una prassi o giurisprudenza nazionale che consentano l’emanazione di una sentenza di rimborso a carico del cedente/prestatore del servizio a favore del cessionario/committente, il quale non aveva esercitato l’azione di rimborso dinanzi ad altro giudice nei termini a lui imposti, in affidamento di un’interpretazione giurisprudenziale, seguita dalla prassi amministrativa, secondo cui l’operazione era soggetta ad i.v.a..

Ordinanza interlocutoria n. 18721 del 17 agosto 2010
per il testo completo link: http://www.cortedicassazione.it/Notizie/GiurisprudenzaCivile/SezioniSemplici/SezioniSemplici.asp?ID=12#

mercoledì 4 agosto 2010

Più incentivi per far crescere l'occupazione femminile



La Regione ha stabilito di attivare nuovi interventi volti a sostenere l'accesso delle donne al mercato del lavoro e la loro permanenza, nell’ambito del Patto regionale per l'occupazione femminile, rifinanziato per il biennio 2010 e 2011 con 2 milioni e 700 mila euro, in aggiunta ai 6 milioni già stanziati per il periodo 2008-2009.

La dinamica, già debole, dell’occupazione femminile risulta infatti penalizzata dalla crisi con un calo delle assunzioni del 3,9% nel primo trimestre 2010 (contro una crescita del 7% delle assunzioni maschili) e una perdita di oltre 3 punti percentuali del tasso di occupazione rispetto al dato del corrispondente trimestre 2009.

Le criticità interessano però non solo la quantità, ma anche la qualità del lavoro delle donne, impiegate più frequentemente con contratti di lavoro precari e peggio retribuite rispetto ai colleghi uomini.
Il patto regionale intende affrontare questi problemi attraverso interventi, articolati a livello territoriale, sui seguenti temi:

Sostegno all'occupazione delle donne over 30: saranno concessi incentivi fino a 6.000 euro ai datori di lavoro che assumano, a tempo pieno o parziale, donne di età superiore ai 30 anni;
Formazione per donne svantaggiate nel mercato del lavoro: saranno erogati contributi per favorire la qualificazione di donne sopra i 45 anni, madri, in mobilità, disabili;
Maggiori opportunità di ricorso al part time volontario: incentivi alle imprese che, parallelamente all'assunzione di nuovo personale, favoriscano le donne che vogliano usufruire del part time volontario;
Favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro: interventi per incentivare le aziende a sviluppare modelli organizzativi che consentano una maggiore conciliazione dei tempi di vita e di lavoro;
Sostegno all'imprenditorialità: provvedimenti, tra cui una legge regionale, volti ad agevolare la nascita di attività imprenditoriali femminili;
Inserimento delle donne immigrate: realizzazione di un progetto pilota finalizzato a riconoscere le competenze delle donne immigrate, così da facilitarne l'ingresso nel mercato del lavoro.