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mercoledì 11 febbraio 2009

Banca di Bientina

La storia si ripete

Nel mese di Aprile si celebrava l’approvazione del bilancio annuale della Banca di Bientina il 50° dalla sua fondazione. Dal verbale assembleare era tutto un tessere di lodi ad amministratori e controllori. I dati di bilancio erano tutti positivi e la banca addirittura veniva accreditata come la prima in provincia per redditività e produttività.
Parole che a rileggerle adesso sembrano scolpite nella preistoria.
A distanza di soli 5 mesi dall’assemblea si incominciarono a rincorrere voci sempre più insistenti sullo stato di salute della Banca, con ipotesi varie fra cui quella di una fusione con la BCC della Valdinievole.
Venne rimosso il Direttore Generale acclamato solo pochi mesi prima, nel frattempo oltre al silenzio assordante degli amministratori le spese le facevano i piccoli imprenditori, artigiani e famiglie che sempre più spesso si vedono revocare, restringere o non concedere prestiti ed affidamenti.
Ora è innegabile che errori ne siano stati fatti, ed è alquanto inevitabile che chi ha cariche amministrative e di controllo ne dovrebbe trarre le legittime conseguenze.
Il problema e che si stanno riaprendo i soliti giochi di potere (si veda il Tirreno del 11/02) per accaparrarsi posti in un nuovo consiglio o negli organismi di controllo, senza alcuna definizione di piani industriali di sviluppo, ne cercando le giuste professionalità, competenze e conoscenze territoriali.
Se la Banca di Bientina riuscirà a salvarsi da questa situazione, cosa che tutti ci auguriamo, dovrà una volta per tutte abbandonare le vecchie logiche clientelari, altrimenti fra qualche anno ci ritroveremo a vedere un film già visto.

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