Visualizzazioni totali

giovedì 27 giugno 2013

Il nuovo decreto sul lavoro approvato dal CDM il 26/06/2013

Il presidente del Consiglio Letta lo ha presentato come “il decreto che favorirà 200mila assunzioni”. Ma sarà vero? A prima vista non pare proprio che sia un decreto atto a smuovere fortemente il mondo del lavoro. Il decreto lavoro approvato ieri in Consiglio dei ministri introduce una disciplina fortemente rinnovata, in particolare nel versante dei contratti atipici e nella loro possibilità di trasformazione in assunzionia tempo intederminato.
A questo proposito, è stato dato parere favorevole ai bonus assunzioni per giovani tra i 18 e 29 anni – da effettuare entro il 30 giugno 2015 – che ammonteranno a 650 euro mensili, per dodici mensilità qualora i giovani siano già stati inclusi nella macchina aziendale, o a 18 se provengono dall’esterno. In entrambi i casi, necessaria l’assunzione a tempo indeterminato. Requisiti capestro, arrivare dai sei mesi almeno di disoccupazione, vivere solo con un famigliare
a carico o non essere diplomato, che sembrano fatti apposta per limitare il numero dei potenziali benificiari.
Venendo, invece, ai contratti atipici, sono state fissate alcune novità in merito specialmente alla parte burocratica-amministrativa della gestione dei rapporti di lavoro, che vede, innanzitutto, l’introduzione del principio dell’acausalità, oltre ai primissimi contratti, anche per ogni altra possibilità concessa dai contratti collettivi, non solo nazionali. Così, viene abolito il divieto di proroga del primo rapporto in scadenza di tipo acausale. Sulle norme da recepire tramite accordi contrattuali non si va certamente verso la semplicitità, ma verso una nuova compliance.
Riguardo il reintegro del lavoratore, invece, il termine di intervallo viene portato da 60 a 90 giorni, come avvenuto con la legge Fornero, a 10 e 20, a seconda che i contratti siano inferiori o maggiori di sei mesi, eliminando di fatto una norma irragionovela che per un anno ha frenato tali assunzioni.
Novità interessanti anche per la tipologia di lavoro a chiamata, dove viene posto il tetto di 400 giornate di lavoro entro i 3 anni solari. Qualora il limite venga superato dal datore di lavoro, allora scatterà l’obbligo di assunzione a tempo indeterminato. Sempre sul lavoro intermittente, viene allungata la durata fino a fine anno di quei contratti somministrati al 18 luglio scorso, cioè alla data di approvazione della legge Fornero.
Sul fronte degli ammortizzatori sociali, invece, è previsto che per quei lavoratori sottoposti a regime di Aspi,che vengano assunti a tempo indeterminato nel periodo di sussidio, venga concesso ai datori il 50% dell’indennità spettante al lavoratore.
Anche per gli apprendisti qualche piccola novità, che riguarda la necessità che la Conferenza Stato Regioni si attivi per semplificare le linee guida al fine di rendere più comodo lo svolgimento della formazione. Anche in questo caso si poteva fare molto di più su una tipologia quale l'apprendistato che fino agli anni anni 90 è stato un perno delle assunzioni di intere giovani generazioni.
Da ultimo, riguardo le dimissioni, la procedura di convalida o di risoluzione consensuale è estesa anche ai rapporti atipici e a progetto, oltre che ai contratti di associazione in partecipazione, che introduce nuovi appesantimenti burocratici alle aziente.

Nessun commento:

Posta un commento